Non viola il divieto di divulgazione dei dati personali, che si gioca in tribunale, per la separazione giudiziale, mail e foto della moglie intercettate con il programma kaylogger che consente di vedere in tempo reale le conversazioni all’insaputa della persona spiata.
Nello specifico l’improvvisato 007 si salva anche dal reato di installazione e captazione fraudolenta perché la moglie era consapevole dell’esistenza del sistema di “monitoraggio”, visto che era stato montato per controllare che la figlia minore della coppia non usasse impropriamente il computer. L’uomo era stato condannato per tutti i reati contestati, sia in primo grado sia in appello. Per la Corte territoriale il supposto intento di tutelare la figlia dai rischi della rete, non bastava ad escludere la natura fraudolenta dell’installazione di keylogger.
L’intercettazione in tempo reale
Era, infatti, chiaro che l’intenzione dell’imputato era invece di spiare la moglie in un periodo di crisi ed acquisire contro di lei prove utili ad ottenere, nell’ambito della separazione giudiziale, un verdetto a suo favore. In base a quanto accertato dal Tribunale e confermato dalla Corte d’appello il sistema che consentiva di intercettare in tempo reale tutto quanto veniva inviato nella casella di posta elettronica della moglie, entrava in funzione appena la signora si connetteva ad internet. Una sorta di grande fratello che filmava tutti i contenuti dei messaggi che venivano inviati in diretta nel Pc del marito il quale poteva visionarli.